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Folklore

Nonostante le peripezie e le avversità incontrate nell’isola al tempo dello sbarco, dai primi coloni sicuramente non si abbatterono grazie all’amore per la musica e per il ballo. Infatti ad accompagnare la colonizzazione dell’isola i primi 33 individui vi furono strumenti musicali come fisarmonica, chitarra e tamburello. Da allora non manca una festività pubblica e privata in cui la musica non sia presente. In principio per allietare la dura sopravvivenza, la domenica, le famiglie si riunivano nelle proprie case, le quali esclusivamente dovevano possedere un largo marciapiede detto “pizzulumi” che ospitava i festosi linosani.
Ma la festa che maggiormente ha coinvolto i linosani, da sempre, più delle feste comandate, è stato ed è il matrimonio. Fino a qualche ventennio fa i preparativi per il matrimonio iniziavano mesi prima con “a lavata di robbi” (lavata del corredo). Dopo ciò le strade si coloravano di lunghe distese di corredo che veniva esposto ad asciugare al sole, nonché alla vista della popolazione. Tre giorni prima del matrimonio precisamente il venerdì, tradizione voleva che vi fosse l’uccisione di polli per il banchetto nuziale. Il sabato ci si dedicava alla pulizia della chiesa ornandola di palme che ad arco partivano dal portone sino all’altare maggiore, della casa che doveva fungere da sala rinfresco. La sera, famoso “sabitu sira”, si dava l’addio al celibato; dove parenti e amici si riunivano in una grande stanza per brindare e danzare fino a tarda notte. Domenica mattina, con il suono a festa delle campane, parte il corteo dalla casa dello sposo (solo uomini e la madre di lui) accompagnati dall’orchestrina locale per recarsi nella casa della sposa, dove aspettano tutte le donne e il padre di lei che la tiene sottobraccio, e si dirigono verso la chiesa dove avviene la cerimonia e l’atteso SI. Dopo il pranzo si comincia a danzare fino a notte fonda, poi si accompagnano gli sposini nella nuova dimora, dove avviene un altro rinfresco e si visita la casa. Nelle mattinate si ritorna a fare visita alla coppietta, sorprendendola con una serenata sotto la finestra.

Oggi, non è cambiato molto da questa rituale tradizione. I festeggiamenti iniziano sabato sera per finire con la serenata del lunedì mattino.

Adesso il free-time si trascorre davanti ad uno schermo televisivo, o chattando, o in un bar o pub, prima dell’avvento di tutto ciò, i linosani, trascorrevano parte del tempo libero raccontando esperienze proprie, altrui, e racconti nati dalla loro fervida fantasia.

Rituali tipici, che tingevano le festività erano quelli di produrre dolci particolari. Ne è da esempio il pane di San Giuseppe durante la feste del 19 marzo, le chiacchiere per carnevale, i “panareddri cu llova” per Pasqua, “riminati” e “vinu cottu” a Pasquetta, vino novello e “cataneddri” a San Martino e “cavateddri” per Natale; ma no era festa se le tavole non fossero imbandite di “bianco mangiare” e “spinci”. Tuttavia, oggi, le tradizioni vanno via via distinguendosi; ma a rappresentarli vi è il gruppo folklorico “Folklore del Mare” di Linosa.

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